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Casale Monferrato

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Montferrat 

Montferrat is part of the region of Piedmont in northern Italy. It comprises roughly (and its extent has varied over time) the modern provinces of Alessandria and Asti. Montferrat is one of the most important wine districts of Italy. It also has a strong literary tradition, including the 18th century Asti-born poet and dramatist Vittorio Alfieri and the Alessandrian Umberto Eco.

The territory is cut in two by the river Tanaro. The northern part (the Basso Monferrato, “Low Montferrat”), which lies between that river and the Po, is an area of rolling hills and plains. The southern part (the Alto Monferrato, “High Montferrat”) rises from the banks of the Tanaro into the mountains of the Apennines and the water divide between Piedmont and Liguria

Montferrart Aleramo

Aleramo, Marquis of Montferrat

Aleram (ItalianAleramo; died 991) was the first Marquis of Montferrat and Liguria (the marca Aleramica) in Northern Italy until his death. He was son of William I of Montferrat and is mentioned in documents for the first time in 933 when he received a fief near Vercelli by Hugh of Italy. In 955 he was invested of lands in what is now the province of Alessandria.

La leggenda, riportata dal domenicano Iacopo d’Acqui, nato nel 1334, e resa immortale dalla versione del poeta e scrittore italiano Giosuè Carducci contenuta nel volume Cavalleria e Umanesimo, narra che il marchese Aleramo sia nato presso Acqui Terme, più precisamente nell’Abbazia di Santa Giustina a Sezzadio, durante il pellegrinaggio dei nobili genitori tedeschi. Rimasto orfano dei suoi genitori, il bel Aleramo venne ingaggiato nell’esercito imperiale ed entrò alla corte dell’Imperatore Ottone I, ove conobbe Adelasia o Alasia, figlia dell’Imperatore, e tra i due nacque un tenero sentimento. Incapaci di riferire la cosa a sua maestà temendo un rifiuto al matrimonio, i due innamorati scapparono nelle terre natali di Aleramo. Nella fuga usarono lei un cavallo bianco e lui uno rosso (da qui lo stemma bianco e rosso degli Aleramicid’argento, al capo di rosso). Aleramo non riuscì a vivere senza combattere per difendere la pace. Quando l’imperatore Ottone I venne a conoscenza della cosa, volle incontrare il coraggioso giovane e perdonò i due amanti. Ad Aleramo concesse allora, in un impeto di generosità, tante terre quante egli fosse riuscito a percorrerne cavalcando senza sosta. Il territorio che egli percorse è il Monferrato: tale nome deriva da mun (mattone) e da frà (ferrare), ovvero dai mattoni utilizzati per ferrare i tre cavalli che Aleramo cavalcò.

Esistono però diverse varianti della leggenda, come quella che vuole Aleramo ottenere il territorio che fosse riuscito a cavalcare in tre giorni e tre notti, e che il nome Monferrato deriva dall’aver usato un mattone (mòn) come martello per ferrare il cavallo che aveva perso un ferro (fér) durante la corsa.

Altri fanno risalire il nome Monferrato ai numerosi castelli in mattoni fortificati che sono presenti in quella regione geografica. In questo caso il dono del territorio viene fatto risalire non al suo amore con la figlia di Ottone I, ma al valore dimostrato nella liberazione della Liguria occidentale e del basso Piemonte dai cosiddetti Saraceni.